Talvolta i compensi in favore dei produttori fonografici, riscossi da imprese come scf, non sono dovuti e le sanzioni comminate impugnabili
Non è raro che le rivendicazioni formulate nei confronti di professionisti o esercenti commerciali e funzionali ad ottenere il versamento di compensi ai produttori discografici/fonografici (ossia i diritti connessi al diritto d'autore) per la diffusione di musica d'ambiente siano illegittime o comunque infondate sotto diversi profili.
Del pari i correlati processi verbali di constatazione e contestazione formati dalle autorità intervenute, quale la Guardia di Finanza, e le conseguenti sanzioni amministrative, anche comminate dall'autorità prefettizia, possono essere dichiarati nulli, annullabili o comunque illegittimi, ricorrendo determinati presupposti formali e sostanziali.
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Ciò avviene, ad esempio, quando le suddette richieste - formulate dalle imprese che svolgono intermediazione dei diritti connessi al diritto d'autore, come SCF - si basano su un'interpretazione normativa errata legata alla definizione dei concetti di pubblico esercizio, comunicazione al pubblico e scopo di lucro, del tutto centrali nella fattispecie.
Nel corso degli anni abbiamo assistito numerosi clienti ottenendo, attraverso la redazione di memorie difensive destinate all'autorità prefettizia o atti processuali in opposizione a ordinanze di ingiunzione, lo stralcio di atti amministrativi o provvedimenti comminanti sanzioni per importi pari a centinaia di migliaia di euro a titolo di mancato versamento di diritti connessi. farmacia, dentista, medico, multa, diffusione, musica, studio, ambulatorio, scf, produttori discografici, verbale, sala d'attesa, sala d'aspetto
Opponiamo le sanzioni amministrative comminate per omesso versamento dei diritti connessi
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